Quest’ anno alcune novità ci hanno portato ad apportare alcune modifiche rispetto ai viaggi degli anni passati.
La principale è che Martina, la CDV (compagna di viaggio), è in gravidanza, al quinto mese, quindi abbiamo preferito dividere il viaggio di oltre mille chilometri in due tappe.
Ho deciso di fermarmi a Chambery, in Francia, quasi a metà strada, passando questa volta dal traforo del Frejus.
Inoltre in questo viaggio siamo per lo più tornati in posti già visti, abbiamo camminato molto meno della media di 10 kilometri al giorno delle volte precedenti, e ci siamo dedicati molto agli acquisti per la casa, ma soprattutto per Giulia, nostra figlia in arrivo.
Quindi molti negozi e centri commerciali, molto Parigi, molto Disney, e poche visite.
Lunedì 19 Agosto
Partiamo con calma alle 10 di mattina, con il traffico ancora estivo sulle strade della Versilia. L’ itinerario prevede il passaggio da Genova, direzione Torino, poi traforo del Frejus, che quest’ anno scelgo rispetto al collaudato percorso via traforo del Monte Bianco.
Il viaggio prosegue liscio ad esclusione di una mezz’oretta buona di blocco totale per un incidente proprio davanti allo stabilimento Saiwa di Masone, con l’ odore di biscotti che ci stimolava l’ appetito.
Dopo diverse minisoste arriviamo alle 15 al piazzale lato italiano del frejus per prendere un ultimo caffè a modo.
Paghiamo la mazzata di 41€ del traforo e proseguiamo per Chambery, dove arriviamo intorno alle 17.30.Arriviamo all’ hotel Ibis Chambery, che ho recensito qui. Periferico, vicino all’ autostrada, ma di fronte ad un grande centro commerciale.
La stanza è la classica Ibis, ma il bagno avrebbe bisogno di una ristrutturazione, si vedono i segni del tempo. L’ hotel ha un grande parcheggio esterno gratuito.
Dopo un riposino, decidiamo di uscire a piedi per visitare il centro commerciale, il Chamnord.
Il complesso è composto da un edificio principale che ospita un Carrefour e la galleria con diversi negozi (Maisons du Monde, Brioche Doree), poi a breve distanza si trovano una quindicina di edifici autonomi che ospitano ognuno un grande negozio a tema. Infatti c’ è il negozio di lampadari, quello di mobili (Sia e altri), l’ Intersport, tre negozi di articoli per la casa, un fast food Quick, un bellissimo negozio di giocattoli, uno di articoli per neonati, uno di articoli per il giardinaggio e auto.
Ce li visitiamo un po’ tutti, e adocchiamo alcuni articoli che poi acquisteremo al ritorno, visto che è previsto nuovamente lì. Infine è presente un distributore di carburante dove vedo che il gasolio sta a 1.292…!!! Faccio presente che il giorno prima in Versilia l’ avevo messo a 1.625.
Sempre nei pressi è presente anche la ristorazione, con un Flunch, Hippopotamus, ed un KFC dove decidiamo di cenare.
Rientriamo in hotel per un po’ di tv con RaiUno e caccia alle zanzare che erano entrate, dato che avevo fatto l’ errore di lasciare la finestra aperta.
Bonne nuit.
zzzzzhhhhhzzz. sbam!! ... sbam!!
Bonne nuit.
Martedì 20 Agosto
La mattina facciamo colazione, la classica Ibis, con il salato un po’ scarsino ma in cambio oltre a croissant e pain au chocolat c’ erano delle mini crèpe, che con la Nutella erano ottime.
Saliamo in auto con destinazione Disneyland.
Viaggio liscio, percorrendo le solite autostrade francesi immerse nel nulla, e con varie soste nelle aree di servizio, sempre ordinate, ben fornite e pulite.
Arriviamo poco prima delle 17 all’ hotel vicino a Disneyland, ovvero il Premiere Classe Marne la Vallée - Bussy St Georges, che ho recensito qui
Questo hotel si trova in mezzo al niente, confinante con un Campanile e un altro hotel, e si trova ad una quindicina di minuti a piedi dalla stazione del RER A4, che in due fermate porta a Disneyland, o volendo a Parigi.
Era la mia prima volta in questa catena. Di solito siamo sempre andati all’ Etap Val d’ Europe, ma questa volta il prezzo richiesto era sproporzionato: 69 €, quindi ho scelto il PC, pagando 50 € + colazione.Noi riprendiamo la macchina e percorriamo il vialone alberato che ci porta a Val d’ europe, il quartiere "satellite" di Disneyland, con il centro commerciale e outlet, che decidiamo di visitare nuovamente.
Intorno alle 19, ci spostiamo verso il Disney Village, lasciando la macchina al parcheggio Vinciparc, e non al megaparcheggio del parco.Andiamo subito verso il nuovo negozio World of Disney, ed adocchiamo alcuni articoli a tema che poi acquisteremo successivamente.
Mentre siamo all’ entrata osserviamo il fiume di gente che sta uscendo dal parco Disneyland in direzione hotel, RER o parcheggio, e la moltitudine di persone ci fa un po’ preoccupare per l’ indomani.
Con rammarico vedo che non è ancora aperto il Lego Store, previsto per fine settembre.
Decidiamo di cenare da Annette’s dinner, dove ci prendiamo un ottimo megaburger+birra, serviti da cameriere in gonnellina e su pattini, che ogni tanto organizzano dei balletti.Nuovamente ci preoccupiamo per la nuova ondata di gente che esce dal parco, presumibilmente al termine dello spettacolo delle 23.
Si è fatto tardi, così riprendiamo la macchina e torniamo in hotel, occupando uno degli ultimi posti auto del parcheggio esterno, mentre vedo famiglie che a piedi stanno tornando, immagino, dalla stazione del RER. Nonostante sia in mezzo al nulla, la zona sembra molto tranquilla.
Bonne nuit.
Mercoledì 21 Agosto
Oggi è il compleanno di Martina.
Sperimentiamo la colazione del PremiereClasse, che al costo di 6€ a testa offre baguette, formaggio, yougurt, martellatine, nutella, croissant, bevande calde e succhi di frutta, tutto a buffet.Il bilancio della permanenza in questo hotel direi che è buono. Se lo confronto con l’ Etap (oggi Ibis Budget), direi che a parità di prezzo (in media) il livello del PC è leggermente superiore: la camera ha le stesse dimensioni e il terzo letto posto sopra e trasversale al matrimoniale alla francese, ma almeno il lavabo è dentro il bagno e non direttamente nella camera, come negli Etap.
Anche la colazione è leggermente migliore, infatti gli Etap non offrono i croissant.E’ l’ ora di andare al parco, e di nuovo lascio la Mafalda (la macchina) al parcheggio Vinciparc, perché è più vicino all’ entrata e perché c’ è una simpatica promozione: il giorno del compleanno, chi parcheggia non paga il ticket, quindi mi sembra giusto giocare questo jolly.
Gioco poi un altro jolly, ovvero tiro fuori la mia tessera di azionista Disneyland Paris, che ci consente di accedere in esclusiva al Salon Mickey, il locale che si trova di fianco ai tornelli d’ entrata del parco, sulla parte destra, vicino all’ entrata del Disneyland hotel. Qui agli azionisti viene offerta una piccola colazione con croissant, cafè, bottigliette d’ acqua, succhi di frutta, tutto a volontà.
Faccio qualche foto vicino al busto di Walt Disney, e dopo esserci goduti un po’ il trattamento da VIP ci facciamo accompagnare alla porta già all’ interno del parco.
Decidiamo poi di giocare il terzo jolly…ovvero la Martina.
Le donne in stato di gravidanza, nonché ovviamente i portatori di handicap, possono ritirare una card che consente loro di saltare la fila alle attrazioni, escluse ovviamente quelle più movimentate.
Andiamo quindi al City hall dove mostriamo il certificato del medico ad una CastMember che parla italiano e che ci consegna la card. Iniziamo così la nostra giornata di visita del parco.
Andiamo subito alla nostra attrazione preferita: It’s a small world, e poi proseguiamo senza fretta andando a zonzo per i parchi, e i negozi, godendoci la bella giornata di sole e con temperatura ideale di 25 gradi circa.
Pranziamo alla pizzeria Bella Notte, con due pizze surgelate, bibita e dolcino.A metà pomeriggio, visto che ormai lo avevo promesso, andiamo da Starbucks al Disney Village. La Martina sa quanto io odi questa catena, quindi andarci è uno dei suoi regali di compleanno.
A cena invece sperimentiamo Earl of Sanwitch nel Village, dove prendiamo per 9.95€ a testa due ottimi panini con bibita a volontà. Simpatico il sistema di prenotazione: fai la fila, ordini, poi paghi alla cassa dove ti consegnano un ricevitore e i bicchieri che puoi già riempire. Vai a cercare un tavolo libero, e quando i panini sono pronti il ricevtore vibra e lampeggia, così puoi presentarti al bancone per ritirarli.
Dopo cena ci dedichiamo agli acquisti, giocando il jolly della carta azionisti che ci consente di avere uno sconto del 15% ai negozi e ai ristoranti.
Lasciamo la roba in macchina e rientriamo al parco Disneyland dove aspettiamo le 23 per lo spettacolo notturno. Che dire…soltanto questo vale i soldi dell’ entrata!
Su youtube trovi dei video, ma vederlo dal vivo è qualcosa di meraviglioso.
La tecnica è fantastica: in pratica usano l’ acqua ad altissima pressione spruzzata a ventaglio per costituire due “schermi” alti più di 50 metri, sui quali proiettano dei video a tema. Contemporaneamente il castello che viene illuminato da una miriade di colori e giochi di luce. Al termine i fuochi che illuminano il parco a giorno. Voto 10 e lode.
Tornando verso l’ uscita, dalla stazione del treno, una Cast Member saluta i visitatori con un arrivederci…Nella solitudine del parcheggio, consegno alla Martina il suo regalo di compleanno, la mega Minnie, la più grande che c’ è, che avevo comprato di nascosto un' oretta prima.
Si è fatto tardi, quindi riprendiamo la macchina e andiamo verso Parigi.
Non ho prenotato una seconda notte al PC in quanto all’ indomani ho un impegno in città.
Arriviamo in tarda serata al Adagio Access la Défense Léonard de Vinci, che ho recensito qui.Quest’ anno infatti non abbiamo scelto una camera d’ hotel, bensì una stanza in un residence, provvista di angolo cottura, per poterci cucinare da soli quello che vogliamo. E anche risparmiando un po’, visito che abbiamo mutuo e qualche residuo di rata dei mobili , e vogliamo dedicarci agli acquisti per nostra figlia, Giulia.
Per la stanza pagheremo una media di 50€ a notte, più 10€ per il posto auto nel garage.
Ho pagato in anticipo il soggiorno, risparmiando un po’, ma come consuetudine in questi casi ci viene assegnata una stanza di minor pregio, che in questo caso si trova su un’ ala del residence non direttamente collegata con il garage. un piccolo fastidio.
Scarichiamo bagagli e qualche provvista che ci siamo portati da casa e andiamo a nanna.
Bonne nuit.
Giovedì 22 Agosto
Mi sveglio alle 9 con un caffè made in Italy fatto con la moka.
Attraverso il quartiere, che amo (e amiamo) particolarmente, in mezzo ai tanti colletti bianchi che stanno andando in ufficio, verso la stazione La Defense della metropolitana, linea 1, dove carico il mio pass navigo decouverte con l’ abbonamento settimanale, addebitando su carta di credito.
Sono da solo in quanto ho prenotato per le 10 la visita Coulisses de la tour eiffel, la visita ai sotterranei della torre Eiffel.
Avevo acquistato quella visita qualche settimana prima, l’ ultimo ticket disponibile, solo quel giorno a quell’ ora, al costo di 22€.
La Martina invece era rimasta in residence, per riposarsi un po’ e per ordinare le cose.
In perfetto orario inizia la visita, divisa in due gruppi, uno in francese e uno in inglese. Io avevo scelto il primo.La guida ci accompagna in un punto a circa 300 metri dalla torre, nei pressi di un piccolo edificio seminascosto dagli alberi dei Champs de Mars, e ci inizia a raccontare un po’ la storia della torre Eiffel. Nonostante il mio francese non perfetto riesco a seguire abbastanza bene, e prendo un sacco di appunti.
Dopo ci avviciniamo all' edificio, e prendiamo una scala in acciaio che scende in basso. In pratica ci troviamo all' interno del “bunker”, qualche metro più sotto, nei locali dove nei primi del '900 si svolgevano gli esperimenti che poi hanno salvarono la torre dal sua prevista smantellamento: ovvero le prime trasmissioni, civili ma anche militari, con il telegrafo. La torre infatti, per la sua altezza, era un' ottima antenna! Si vede ancora il cunicolo da dove passavano, allora, i cavi di trasmissione. Molto buffo l' eco che si sente urlando al suo interno.
Inoltre è presente una sezione della torre con tutti i colori che, nei vari hanni, ha avuto la struttura fino all' attuale marrone.
Inoltre ho imparato una cosa che non sapevo...
Già entrando nel bunker avevo sentito un’ insolito odore di fritto, ma dato che ero l’ unico italiano e avevo timore di addentrarmi in conversazione con gli altri, l’ avevo tenuto per me.
Poi ho avuto la risposta, ovvia se ci si pensa: le cucine dei ristoranti della torre, per motivi di sicurezza, non hanno il gas, e inoltre lo spazio che hanno a disposizione è relativamente ridotto. Quindi le pietanze non vengono cucinate lassù, bensì qua sotto, e poi trasportate al piano usando degli appositi carrelli, attraverso un cunicolo sotterraneo, e poi con un apposito ascensore posto sul pilastro sud.
La “cucina” del JulesVerne, ad esempio, è una stanzetta di una decina di mq, che si occupa solo di dare una scaldatina e presentare il piatto. Altro che cucina di lusso!
La visita prosegue poi nei sotterranei della torre stessa per visitare i macchinari originali di fine ottocento e tutt’ ora in funzione che fanno muovere gli ascensori che ogni giorno trasportano migliaia di turisti.
In rete trovi un’ ottimo video di Alberto Angela, nonchè analoghe trasmissioni francesi. In pratica l’ ascensore per il primo e secondo livello della torre funziona…ad acqua!
C’ è un grande contenitore che viene riempito d’ acqua. Il suo peso lo fa abbassare verticalmente, e questo crea una pressione che spinge orizzontalmente un pistone ad olio. Questo pistone fa muovere un carrello, al quale sono collegate le tre funi in acciaio che poi fanno salire l’ ascensore. C' è però un sistema di carrucole che, per la loro proprietà, moltiplica il movimento del carrello, fino a 8 volte. In pratica se il pistone si muove di un metro, tira la fune per otto metri. Ed è così che gli ascensori possono raggiungere la quota di 115 metri del secondo livello.
Tra l’ altro le funi che tirano l’ ascensore sono tre, ma ne basterebbe una sola per tirarlo, anche a pieno carico.
Fino a questo punto la visita sarebbe già valsa i 22€ spesi, invece apprendo che è incluso anche il ticket (del valore di 8.50€) per la salita fino al 2° livello, oltretutto senza dover fare la coda alla biglieteria.Arrivati lassù la guida di nuovo ci fa accedere ad una porzione esclusiva della torre, una piattaforma, proprio sora il JulesVerne, dove solitamente vengono girate le scene di film, spot, al riparo dai turisti, e dalla quale si gode una bellissima vista sulla zona nordovest di Parigi.
Dopo un' ora e mezza circa la visita termina, ma la guida ci conferma che a quel punto siamo liberi di fare quello che si vuole, ovvero scendere al primo livello o a terra attraverso gli ascensori, o le scale, oppure mettersi in coda per acquistare il ticket aggiuntivo per il terzo livello, oppure rimanere lì fino alla chiusura.Io decido di scendere attraverso le scale perché non lo avevo mai fatto, e poi di tornare presto in Adagio, dato che si era fatta una cert’ ora ed ero dispiaciuto di aver lasciato la Martina da sola. Oltretutto ero rammaricato del fatto che ero lassù, sulla nostra torre, senza di lei.
Quindi prendo il metro e arrivo per l’ ora di pranzo, dopo essere passato dal supermercato per comprare una baguette, come un vero parigino. Dopo pranzo iniziamo il nostro soggiorno parigino, anche se rimaniamo ancora a La Defense.
Torniamo con piacere al CNIT, al centro commerciale 4Temps, dove compriamo qualche cosina per la Giulia, poi ci stendiamo un po' sulla pelouse davanti al Grande Arche, guardando il passaggio di gente.
Carichiamo l' abbonamento settimanale anche sul pass Navigo Decouverte di Martina, e saliamo sulla metropolitana fino alla fermata Opera della metropolitana ritrovandoci davanti all' Opera.
Oggi si chiama Opera Garnier, prendendo il nome dall' architetto che lo ha realizzato, Charles Garnier, per differenziarlo dal nuovo teatro dell' opera, l' Opera Bastille, che appunto si trova in zona Bastiglia, dove si tengono oggi le rappresentazioni.
La Martina sa che a me quell' edificio maestoso con quel non-stile eclettico di metà ottocento proprio non piace, ma le avevo promesso di portarcela, così la accontento.
La annoio un po' con il racconto delle discussioni che ci furono in occasione della realizzazione dell' entrata della metropolitana, che non venne realizzata come le altre da Hector Guimard perchè proprio Garnier si oppose. Non voleva art-nouveau davanti al suo palazzo dell' Opera. Per questo motivo, allora, lo stesso Guimard si dimise dall' incarico.
La annoio raccontandole di come la stessa imperatrice, trovandolo forse un po' eccessiva l' opulenza del palazzo, si sentì rispondere...ma maestà, è in stile Napoleone III !
Non riesco a convincerla sul fatto che, architettonicamente, quel palazzo che a tanti italiani piace, non valga un granchè. Magari molto più affascinanti e maestosi sono gli interni.
Vabbè, demoralizzato dimentico pure che a breve distanza si trova l Apple Store, che non ho ancora mai visitato.
Nel frattempo ci siamo spostati in direzione grand magasins. Entriamo al Lafayette Home, dove compriamo 50 palle da la case de cousin de Paul, per costruire una lampada da mettere in camera della bimba. Poi al Lafayette notiamo quanto siano assurdamente rincarati i prezzi, soprattutto dei souvenir.Poi ci spostiamo da Printemps, che il giovedì chiude alle 22, e saliamo sulla terrazza, dalla quale si gode una bellissima vista su tutta Parigi, migliore anche rispetto a quella del Lafayette, che è più bassa di un piano ed ha l’ ingombrante sagoma dell’ Opera davanti.
Sulla terrazza ci sarebbe un bar, noi avremmo anche preso una birretta, ma nessuno si degna di venire a prenderci l' ordine, come invece fanno ai tavolini accanto. Sui tavoli non cè il menu. Mi presento io al bancone, ma i barman sembrano tutti indaffarati, oppure io sono diventato trasparente. Torno allora al tavolo dove rimaniamo per un bel po’ di tempo godendoci il tramonto fino a qualche istante prima di quando il cameriere si sta avvicinando a noi. Mi alzo e lo saluto con uno strafottente, au revoir!
Sulla terrazza incrocio lo sguardo di un tipo che riconosco poi come compagno di visita alla torre Eiffel della mattina…in fondo anche a Parigi il mondo è piccolo…
Rientriamo in Adagio, e ceniamo con pasta all’ italiana, al dente.
Bonne nuit.
Venerdì 23 Agosto
Ci svegliamo con il nostro ottimo caffè.
Usciti, sperimentiamo l’ autobus linea 73, che ha le fermate proprio davanti all’ hotel, e che arriva fino a Orsay percorrendo tutti i Champs.
Noi scendiamo a Concorde, davanti alla piazza, che a molti piace ma a noi no
Attraversiamo la piazza, ovvero la rotonda più grande di Francia passando accanto all' obelisco di Luxor e dando un' occhiata alle due fontane poste al centro.
Il luogo dove sorgeva la ghigliottina si trova un po' più a nord, nei pressi dei due palazzi simmetrici ai lati della rue Royale.Entriamo nei bei Jardins du Tuileries, spostandoci subito verso la Senna per entrare al museo de l' Orangerie, il bel palazzo molto finestrato stretto e lungo, che era l' agrumeto dello scomparso palazzo reale delle Tuileries.
Questo museo è una costola del museo d' Orsay (non a caso esiste un ticket combinato per entrambe i musei), accoglie le celeberrime Ninfee di Monet, nonchè una ricca selezione di impressionisti della collezione Guillaume.
C' è anche un piccolo bookshop, dove acquisto qualche librino a tema. Usciamo dal museo e ci godiamo un po' i giardini, mentre l' attenzione è catturata da una giostra molto alta del piccolo lunapark lungo la rue de Rivoli, che avevamo già intravisto la sera prima dalla terrazza Printemp. Ci avvicianiamo fin sotto per vedere le facce della gente sce scende una volta finiti i giri.
Fattasi l' ora di pranzo ci spostiamo vicino alla piramide del Louvre, e al chiosco di Paul prendiamo due ottime baguette farcite, che ci mangiamo seduti sulla vicina pelouse. Lì, poco dopo, veniamo circondati da una piccola comitiva di bambini francesi, di una scuola materna, che si fermano anch' essi per mangiare il loro pranzo al sacco. Facciamo amicizia con Kevin, un bambino molto socievole ed educato.
Vorremmo poi replicare con un caffè al cafè Marly, ma non ci sono i tavolini fuori, solo quelli sotto il porticato, che evitiamo perchè a quell' ora fanno principalmente servizio pranzo. Ci spostiamo verso nord, in rue Rivoli, e proseguiamo verso l' ufficio del turismo, dove ritiro qualche brochure utile, poi riscendiamo in direzione Borsa e LesHalles.
Qui entriamo nel centro commerciale, e ci prendiamo il caffè alla Croissanterie, un espresso abbastanza buono.
Diamo un' occhiata ai negozi, e scrocchiamo un po' di wifi.Risaliti in superficie facciamo un po' di foto al cantiere di costruzione della nuova copertura.
Proseguiamo di nuovo in direzione nord entrando nella via pedonale rue Montorgueil, ricca di negozietti tra i quali un fornitissimo alimentari italiano e un negozio con un bancone stracolmo di formaggi.
A quel punto con il Metro ci spostiamo verso Citè, dove diamo un' occhiata al bel mercato. Purtroppo vedo che la crisi ha colpito anche qui, più di una bottega infatti ha chiuso.
Ci spostiamo verso la sainte Chapelle, ma anche questa volta la visita salta in quanto vediamo che un lato della facciata è coperta da un ponteggio per restauri, quindi immaginiamo che la vista delle vetrate, da dentro, ne possa essere condizionata negativamente, alchè riamandiamo alla prossima, quando torneremo con la Giulia.Proseguiamo verso la bella place Dauphine, dove ci godiamo da una panchina una partita a bocce. Quello con la maglia blu sta stravincendo.
Scendiamo dal pont Neuf fin sotto al jardin di Vert Galant, all' estremità ovest della ile de la Citè, dove riempiamo le bottigliette di acqua fresca della fontanella.
Anche qui cominciano a comparire i lucchetti degli innamorati. Anche noi lo siamo, ma non abbiamo il lucchetto, quindi rimandiamo alla prossima volta.
Rimaniamo un po' delusi dell' ambiente, che immaginavamo più romantico, invece siamo circondati da coppie che si gustano seduti sulle rive la loro bottiglia di birra presa al supermercato, con un clochard che tranquillamente fa pipì nella direzione errata, un tipo che vorrebbe venderci una bottiglia di Heineken, e tutti contribuiscono a rendere l' atmosfera poco romantica. Risaliamo un po' delusi, e proseguiamo sulla rive gauche in direzione Orsay, sbirciando tra i pochi bouquiniste aperti, e saliamo sul nostro 73 in direzione Adagio.
Facciamo tappa lungo i Champs per visitare il Disney Store, e poi più avanti riscendiamo al Monoprix di Neuilly, lo stesso dove andavo nel 1997 quando abitavo lì in zona, e facciamo un po' di spesa.
Qui ci cattura l' attenzione il banco frigo, con una decina di confezioni di affettato italiano, di tutti i tipi. Noi invece compriamo formaggio francese, fois gras, croissant, baguette...
Rientriamo in Adagio e ci godiamo la cena scegliendo uno tra i 4 soli canali francesi disponibili, ovvero TF1 che trasmette gli stessi servizi del TG in loop, ogni mezz' ora.
Bonne nuit.
Sabato 24 Agosto
Dopo il caffè della moka, iniziamo il nostro weekend parigino, sul solito 73. Sui champs prendiamo la coincidenza con il Metro ed andiamo in direzione sud, a porte de Vanves per visitare l' omonimo mercato delle pulci, che si tiene il sabato e la domenica. Ci arriviamo intorno alle 12 e qualche espositore sta già andandosene.
Si trovano banchi di brocante, qualche antiquario, diversi collezionisti. Molto silensioso e ordinato, con tanto di Police in bicicletta agli angoli.
Veniamo via usando anche la nuova linea di tram che corre ai bordi di Parigi, a sud, fino alla corrispondenza con la metropolitana, e ci spostiamo quasi in direzione opposta della città, fino ad Anvers, ai piedi di Montmartre.Percorriamo la via che porta alla scalinata, quella circondata da negozi di souvenir, che sono stranamente tra i più economici della città, e compriamo qualche cosina per la Giulia.
In strada vediamo diversi gruppetti di persone che cercano di fregare con il gioco delle tre carte.
Con la funicolare saliamo fino alla place du Tertre.
Vorremmo farci fare un ritratto, ma rimandiamo alla prossima volta, quando saremo tutti e tre.Ci prendiamo invece un palmier in una pasticceria, e proseguiamo tra gli altri negozietti. In uno di questi arrivo a scegliere due oggetti, mi presento alla cassa e il tunisino al banco non accenna a dedicarmi attenzione perché sta terminando il giochino sul suo iPhone. Aspetto 5 secondi e poi mi allontano lasciando gli oggetti sul bancone. Mentre esco la Martina mi fa notare che il tipo ora è pronto, ma io esco e lo saluto con un ciao bello! Entro nel negozio di fronte e compro le stesse cose. A questi essere stati battuti ai mondiali ancora gli rode...
Prendiamo il Montmartrobus, fino a place des Abbesses, dove ritroviamo il nostro primo amato alberghino, e ci fermiamo al mur de je t’ aime. Facciamo un altro giro tra i negozietti della zona, picoli e carini.
Giunge il momento di raggiungere la seconda destinazione della giornata, il mercato delle pulci di saint Ouen/porte de Clignancourt, il più grande e conosciuto, aperto il sabato, domenica e lunedì.
Metto in avviso la CDV su quel quartiere, che reputo il più "brutto" e degradato della città, anche se tecnicamente il mercato si trova subito dopo la peripherique, quindi fuori Parigi.
Scendiamo a porte de Clignancourt e bypassando il primo mercato che si trova nel parcheggio a sinistra, andiamo dritti verso la rue des Rosiers, la strada dove su ambo i lati si trovano i 14 padiglioni con il vero mercato delle pulci.
Ne visitiamo qualcuno e diamo un' occhiata alle botteghine di antiquariato, collezionismo, mobili per la casa, giocattoli antichi. Tutta un' altra cosa rispetto alla feccia che li circonda, ovvero banchi di robaccia cinese, venditori di abbigliamento falso di marche vere, oggetti di dubbia provenienza...
Scappiamo verso la fermata dell' autobus 85, mentre assistiamo ad un acenno di rissa tra venditori ambulanti maghrebini.
Scendiamo in zona grand boulevard, ed andiamo a fare pipì gratis all' Hard Rock Cafè. Ringraziamo acquistando un orsetto e un bavaglino.Ripartiamo passando dal passage de Princes, uno dei tanti deliziosissimi passage couverte di Parigi, ed entriamo in uno dei negozietti di Lego e giocattoli.
Prendiamo il Metro fino a Concorde dove poi saliamo sul 73 in direzione Adagio, per la cena.
Avremmo voluto fare un giro alla Defense by night, ma il tempo stava peggiorando, faceva freschino, quindi abbiamo preferito rimanere al riparo.
Bonne nuit.
Domenica 25 Agosto
Dopo la solita colazione con la nostra moka, affrontiamo la prima giornata di pioggia.
Oggi l’ autobus 73 non è attivo, quindi optiamo per il Balabus, ovvero l’ autobus di linea che solo la Domenica, solo nel periodo estivo, solo dalle 12 alle 20, collega La Defense alla gare de Lyon attraverso un percorso che tocca diversi punti di interesse turistico, come i Champs, Concorde, Notre Dame, il Marais, Vosges, Bastille, poi Orsay, Tour Eiffel.
Noi ci godiamo la Parigi domenicale bagnata, e decidiamo di scendere in zona place de Vosges, perché la vedevamo più vivace delle altre.
Smette di piovere e quindi è bello perdersi per le stradine del quartiere Marais, tra i più antichi, e tra i più recentemente rivalutati. E’ bellissimo vedere come la città cambi anche passando tra un solo isolato e l’ altro, passando dalla zona delle gallerie d’ arte contemporanea di pl. des Vosges, fino alla zona ebraica (dove scoviamo una trattoria italiana con l’ amaro del Capo sul bancone), poi la zona gay fino ad arrivare davanti al Beaubourg, dove di nuovo ci godiamo il passeggio seduti all’ omonimo cafè.
Ripartiamo verso Notre Dame, dove vediamo quell' orrenda scalinata in legno, spero provvisoria, che hanno costruito in occasione del restauro del portale della chiesa.
Facciamo qualche foto ed entriamo mentre c' è la Messa.
Uscendo calpestiamo, perchè si dice che porti bene, il point zero, la targa in ottone che indica che da quel punto vengono calcolate le distanze con le altre città del mondo. Qui si è al centro di Parigi! Costeggiamo la facciata lungosenna della cattedrale, fino al pont de l' Archevechè, anch' esso ormai invaso dai lucchetti.
La nostra attenzione viene catturata dalla limousine bianca parcheggiata sul quai sottostante, e con gli sposi, ovviamente cinesi, che si stanno facendo immortalare. Decidiamo di scendere fin là sotto per rovinargli un po' le foto mettendoci nello sfondo.
Ci complimentiamo con la sposa e risaliamo in strada. Camminiamo un po' sul lungosenna rive gauche, costeggiamo il quartiere latino e risaliamo sul Balabus, che ci porta fin sotto la nostra amica, la torre Eiffel.
Ne approfittiamo per fare una pipì gratuita alla toilette, così poi ci mettiamo a bighellonare là sotto, godendoci la luce che cambia, la torre che si illumina, giunti ormai quasi al tramonto.
C' è sempre un po' di fila per salire, ma tanto noi avevamo già deciso di rimandare alla prossima volta.
Inizia a pioviscolare, si è fatta l' ora di cena, quindi ci avviciniamo lenti verso il Trocadero.
Ci fermiamo però sotto un albero all' inizio della salita per osservarla un po', decidendo di aspettare ormai le 21, per vederla scintillare.
WOW...è sempre bello vederla tutta sbrilluccicante...
Ci godiamo il colore del cielo che cambia, la foschia che ad un certo punto cala e fa sparire la sommità, per farla poi ricomparire qualche minuto dopo, con il faro che girando sembra farci da ombrello.Dopo lo scintillio proseguiamo, sentendo la nostra torre che piano piano si allontana alle nostre spalle. Ci fermiamo sul piazzale del Trocadero, poco prima di girare l' angolo e prendere il Metro, e la ringraziamo per quello spettacolo che ci piace pensare abbia voluto dedicarci, noi suoi più grandi ammiratori, amici.
Le diamo l' appuntamento alla prossima, mentre anche Giulia, là dentro, sembra partecipare alla nostra emozione.
Bonne nuit.
Lunedì 26 Agosto
Oggi lasciamo l’ Adagio in direzione altro hotel di Parigi.
Si, perché in una prima fase avevo pianificato il rientro a Chambery per questo giorno, successivamente avevo deciso di stare a Parigi un giorno in più, ma all’ Adagio mi chiedevano più di 90 €, quindi in extremis ho prenotato una notte in un hotel che mi incuriosiva, il B&B PARIS Malakoff Parc des Expositions, che ho recensito qui.
Carichiamo la Mafalda e dopo non so quanti giri all’ interno del peripherique de La Defense per fare foto agli edifici, ci siamo spostati fino all’ ile de la Grande Jatte, l' isola che si trova sulla Senna, poco davanti alla Defense. Volevo portare la Martina al Temple de l’ amour, ma arrivati lì davanti, con rammarico, l’ abbiamo trovato chiuso da un cancello.
Abbiamo proseguito in direzione centro commerciale SoOuest, dove si trova il primo Lego Store di Parigi: niente di che, un negozio che vende scatole di Lego, i celebri contenitori di pezzi songoli sullo sfondo, ma niente di più.Successivamente ci spostiamo a porte Dauphine dove faccio qualche foto all’ edicola dell’ entrata della metropolitana di Hector Guimard, l’ ultima rimasta di questa tipologia, con copertura in vetro e compluvio centrale.
Quindi in tarda mattinata arriviamo all’ altro hotel, che si trova non a Parigi, ma appena fuori, accanto all’ uscita del peripherique, a Malakoff.L’ hotel è di categoria economica, infatti ho pagato la camera 39€+ colazione. E’ stata una piacevole scoperta. La camera aveva un letto normale (che per loro è un “grand lit”), un comodo e sicuro parcheggio interrato, e la metropolitana a cinque minuti. Nella hall due distributori automatici, e anche un microonde a disposizione.
Inoltre alla sera mi sono accorto che attraverso i palazzi di fronte si intravedeva giusto la punta della torre eiffel, con il faro che sembrava accarezzarci...
Accanto scorrevano i treni e il TGV per la gare Montparnasse, ma considerando il prezzo direi che è stata un’ ottima scelta.
Visto che era scattata una nuova settimana e il pass navigo era scaduto, abbiamo continuato i nostri giri in auto. In primis siamo tornati al Bercy Village, dove ci siamo presi di nuovo un ottimo caffè italiano da Illy: 2.50€ per un espresso sono cari, ma era buono come quello italiano.
Poi era il caso di fare qualcosa da turisti...La sera prima infatti avevo prenotato per le 17.30 una gita sul bateau muches, ovvero su Le Vedettes du Pont Neuf, per 9€ a testa (prezzo web).
Così, dopo aver lasciato l’ auto all’ interrato della Citè, siamo scesi alla banchina sotto, appunto, il pont Neuf e ci siamo goduti questa gita. Pure il meteo è stato fortunato, infatti era leggermente velato, quindi non abbiamo avuto caldo né sole accecante.
Il percorso, di un’ ora, è stato il classico, prima in direzione Torre Eiffel, poi girando intorno alla ile StLuis, con guida (umana e non in cuffia) in francese e inglese. Esperienza carina, per un prezzo irrisorio.Si era fatta l’ ora dell’ aperitivo, quindi siamo passati dalla zona del canale st Martin e place de la Republique, per dare un' occhiata alla gente.
In serata abbiamo cenato al selfservice Flunch, davanti al Beaubourg. Qui hanno diversi menù di carne, o di pesce, con dolci o insalate a self service e inoltre, dopo le casse, puoi prendere contorni a volontè. Io mi sono abbuffato di cozze al vapore, à volontè, e patatine fritte, il tutto per 9€. Se si pensa che due ore di parcheggio sono costate 7.10€…
Il ristorante in se non è un granchè, per niente parigino, si trova al piano interrato di un edificio antistante la piazza. Diciamo che lo consiglio perchè è pratico ed economico, ma non perderti la bellezza di una cena in un' anonima brasserie del quartiere del tuo hotel...
Bonne nuit.
Martedì 27 Agosto
Ci svegliamo tardi e scendiamo per la colazione solo alle 10.20.
Troviamo comunque croissant, bevande calde, succo di frutta, cereali, martellatine, miele, etc, ma niente salato.Lasciamo l' hotel e prendiamo la Mafalda, iniziando così il viaggio di ritorno, ma prima passiamo dal Disney Store dei Champs per comprare due ultime cosine per la Giulia.
Inizia il viaggio di ritorno, in direzione Chambery.
Facciamo diverse soste, ed immortalo anche un signore che ci mette due minuti netti a parcheggiare in retromarcia la sua macchina, per di più prendendo due posti auto. Avrei anche un video ma che non pubblico per rispetto.
Arriviamo al solito Ibis Chambery nel pomeriggio, e ceniamo di nuovo al Flunch locale, vosto che la sera prima ci aveva ben convinto. Anche questo si rivela un’ ottima scelta per praticità ed economicità.
Mercoledì 28 Agosto
Al mattino facciamo la solita colazione Ibis, e io replico con le ottime mini crèpe.
Passo a fare il pieno di gasolio a 1.299, e torniamo in due di quei negozi di articoli per la casa, dove all’ andata avevamo adocchiato alcune cosine.
Compriamo infatti articoli per l’ infanzia con scritte in francese, per la Giulia, e qualche regalo.
Nonostante avessi perso una mezz’ ora in un tetris tra valigie e acquisti, la bauliera della Mafalda gridava pietà, e non era sufficiente. Anche i sedili posteriori erano pieni. Non ci sentivamo ancora pronti per il ritorno, così abbiamo dedicato un’ oretta alla visita del centro di Chambery, dato che avevo letto su wikipedia che si trattava di uno dei centri storici più belli di Francia. Effettivamente la cittadina si è rivelata veramente carina, ordinata, ospitale e colorata.
Facciamo l' ultimo acquisto per la Giulia al Lafayette locale, dove abbiamo trovato, per caso, un elefantino carillon con la musichetta di it’s a small world.
Nell’ attesa di Giulia l’ elefantino è sul mio comodino.
(Edit) ...e oggi, che Giulia ha quasi tre anni, quell' elefantino è sempre lì accant al suo lettino...Imbocchiamo il Frejus, e rientriamo a casa nel tardo pomeriggio, e facciamo un po' di inventario dei vari acquisti...
Buona notte.
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