dal 12 al 17 Dicembre 2009, con Martina e Mafalda...
Sabato 12 Dicembre
Partenza da Pistoia alle ore 5.30.
Imbocco l' autostrada in direzione casa della mia compagna di viaggio.
Ero stato previdente quindi il mio semplice borsone non sottraeva in bauliera lo spazio al valigione rigido+borsa+scatola degli stivali di lei. Sosta al bancomat e viaggio che formalmente inizia.
Abbigliamento da viaggio per entrambi: tuta comoda e nike.
Ci fermiamo al primo autogrill per un cappuccino e pasta, decisamente necessari. Non vinco niente al grattaevinci.
Si prosegue in direzione Versilia, poi Genova dove albeggia e da dove inizia il tratto noioso fino a Alessandria, Vercelli, poi direzione Aosta.Sono le 10.00, si fa sentire un po' di fame, così decidiamo di concederci una sosta a Courmayeur. Lasciamo l' auto al parcheggio e ci facciamo due passi per la cittadina ancora assonnata. Ci concediamo un secondo cappuccino e pezzo dolce in un cafè.
Facciamo qualche foto alle cime innevate. Il cielo è grigio e fa freschino.Si riparte. Poco dopo arriviamo all' imbocco del tunnel del Monte Bianco. C' è foschia in vetta, quindi non possiamo godere del panorama che di solito si presenta.
Facciamo il ticket andata e ritorno, spendendo circa 40€. Ci consegnano un depliant con le varie misure di sicurezza: velocità massima 70 kmh, distanza minima dal veicolo che precede 150 metri. Attivo il ricircolo.
Quasi a metà il simbolo sul navigatore ci fa capire che siamo entrati in Francia. Ancora un po' ed et voilà dopo una curva a sinistra siamo fuori. Disattivo il ricircolo.In terra francese l' autostrada non inizia subito dopo il tunnel, ma dopo qualche chilometro di strada a doppio senso, con diversi tornanti. Troviamo un po' di neve ai lati della strada.
Al primo autogrill, ovvero area di sosta, ci fermiamo.
Qui non è come in Italia che se entri in autogrill poi ti devi fare tutto il percorso tra salami e mortadelle prima di uscire...c' è uno spazio unico con distributori automatici da un lato e piccolo supermarket. Tra i vari distributori di caffè ultramoderni scegliamo di allinearci subito alle tradizioni francesi e qundi, sicuri di farci del male, ci prendiamo due caffè "sciacquoni" ultraschifosi e ultrabollenti.
Tra i vari distributori automatici ci stupisce quello di...zuppe pronte!
Noi scegliamo un tramezzino tra un' infinità di varianti per condimento e tipo di pane. Veramente squisiti.In bagno di distributori di profilattici, tampax, gel lavamani, dentifrici e lamette, minispazzole per capelli con specchio. Infine, a disposizione, un defibrillatore. non si sa mai.
Un buon rifornimento di gasolio per la Mafalda, e si riparte, direzione Ginevra, poi Lione.
Siamo in autostrada, quella francese, con la sua caratteristica: in alcuni tratti il pedaggio si paga presso caselli intermedi lungo il percorso e non alle uscite. L' importo è fisso e preannunciato da cartelli. Un po' una rottura doversi fermare ogni volta. Non viene accettata la mia carta di credito prepagata, ma quella normale si.
Presso Macon imbocchiamo l' A6, l' Autoroute du Soleil. Qui invece si entra con un ticket e si vedono le prime indicazioni Paris...Da qui in poi inizia il tratto più noioso del viaggio: autostrada a 3 corsie, asfalto ottimo, tutto dritto, ma frequenza di controlli con telelaser da parte di vetture della polizia appostate ai lati. Abbiamo assistito anche ad un inseguimento con tanto di Police che raggiunge, supera e invita a fermarsi in piazzola il malcapitato.
Io imposto il cruise sui 130 e metto un film: Amici miei atto I.
D' intorno il nulla della campagna francese...sarà così fino alle porte di Parigi.
E' sabato pomeriggio e le auto in circolazione sono pochissime.
A circa 60 km da Parigi il navigatore mi fa uscire dall' A6 in direzione parco Disneyland, nei pressi del quale abbiamo scelto di dormire la prima notte.
Finalmente si inizia a vedere un po' di civiltà, auto, luci, insegne di centri commerciali...la vita!Sono le 17 circa e, come da tabella di marcia, usciamo dall' autostrada e dopo qualche rotonda ci troviamo davanti all' hotel che ho scelto, l' Etap hotel Marne la Vallèe - Val d' Europe, che ho recensito qui.
Pagheremo 70€ compreso petit dejeuner per una tipica camera impersonale Etap hotel: piccola, un letto doppio e un terzo letto posto sopra trasversalmente, il lavabo in camera, doccia separata da un vetro opaco, wc separato con pareti di plastica. Sembra di stare in un camper. La tv ha diversi canali, compreso rai1.
Lascio la compagna riposarsi un po' e riprendo subito la macchina e vado in esplorazione del quartiere.Il complesso Disneyland Paris, sin dalla costruzione del '92, si trova all' interno di una grandissima area delimitata da una strada circolare, ben individuabile dalle mappe o dalle viste satellitari. All' interno di questo cerchio sono nati il parco Disneyland, la zona dei negozi del Disney Village, i vari alberghi, il mega parcheggio e successivamente il parco Disney Studios.
Più recentemente poi sono nati dei quartieri satellite al parco, come quello di Val d' Europe. Ne fanno parte un grande centro commerciale a due piani con annesso outlet, e il quartiere de la Gare che si chiama così proprio perchè sorge nei pressi della stazione del RER Val d' Europe, lungo la linea RER A4 Parigi-Disneyland. Sempre qui c' è la sede di Disney France, uffici e residenze.
L' hotel che ho scelto, costruito non più di due anni fa, si trova di fronte a questa zona, circindata da edifici ancora in costruzione. L' entrata alle banchine del RER si trova a 20 metri. Fa parte dello stesso edificio anche l' Ibis hotel.
Nonostante la lontananza da Parigi non si ha certo l' idea di essere nella banlieue parigina...
Ripresa la Mafalda dedico 15 minuti ad una visita ultrarapida del centro commerciale Val d' Europe, con i due piani di negozi e supermercato, parcheggio multipiano, farmacia dove compro lo spray per la gola.
Esco e mi dedico a un piccolo tour per le strade del quartier de la Gare, con tanto di piazza deliziosamente illuminata da lucine natalizie blu.
In lontananza vedo le luci dei parchi, così mi avventuro in quella direzione, fino ad arrivare alla zona degli hotel e del Disney Village.
Si fa l' ora di tornare in hotel per il mio turno di doccia.
Si era fatta ormai l' ora di cena.
Rendo partecipe la compagna di viaggio di quanto visto e ci dirigiamo verso il Disney Village, la zona aperta a tutti del parco dove ci sono i negozi, ristoranti, cinema, la discoteca, tutti a tema Disney.
La reazione nel vedere da lontano le luci dei parchi, girata una curva, è stata un emozionato...wow...!
Lasciamo la macchina nel parcheggio Vincipark e ci ritroviamo al centro di Disneyland, con gli ingressi dei due parchi a tema Disneyland e Disney Studios, la stazione del RER, il viale che porta al grande parcheggio, il mercatino di natale e l' entrata, appunto, al Disney Village dove ci dirigiamo.Qua c' è il Planet Hollywood, Starbucks, McDonalds ed altri cafè e ristoranti, nonchè negozi a tema Disney.
Prima di tutto facciamo un giro nei negozi, affascinati dalla concentrazione di così tanti pupazzi e gadget Disney.
Scegliamo di cenare al Cafè Mickey, un ristorante-pizzeria dove mangiamo una pizza neppure tanto male, ma dove il clou della serata sono stati i personaggi Disney che passavano tra i tavoli per farsi fotografare, firmare autografi.
Ad un certo punto poi Pinocchio e Pluto si sono messi a ballare sui tavoli, sulle note di Freedom, tra gli applausi e il divertimenti di grandi e piccini...veramente emozionante e divertente! Guarda il videoDivertiti e in pace con il mondo ci dedichiamo un po' agli acquisti, poi riprendiamo la macchina in direzione hotel.
Passando per la piazza illuminata di fronte alla stazione RER ci cade l' occhio sull' insegna Guinness di un locale. Con un rapido sguardo d' intesa decidiamo che la serata doveva concludersi con una bella birretta presso l' Agape Cafè, un pub molto carino, frequentato da autoctoni, probabilmente i lavoratori dei parchi.
A questo punto si è fatta l' ora di rientrare in hotel, dopo aver lasciato la Mafalda in garage.
Bonne nuit.
Domenica 13 Dicembre
Alle 9.00 circa...driin.
Scendiamo per la colazione, la tipica Etap sufficientemente varia, ma senza croissant. Carichiamo i bagagli in auto, pago gli 8€ del parcheggio alla sbarra, e via in direzione Disneyland.
In teoria potevamo prendere il comodo RER, una cui fermata della stazione si trova proprio di fronte all' hotel, che ci avrebbe portati all' entrata del parco in due minuti, ma in quei giorni erano in sciopero.Poco male, in dieci minuti siamo all' entrata del megaparcheggio. C' è un po' di fila, ma questi francesi sono organizzati con una decina di porte aperte e prezzo di accesso ben chiaro anche da lontano: 10€ per l' intera giornata.
E' Domenica e siamo elettrizzati, circondati dall’ atmosferma natalizia e dal freddo. Lasciamo la macchina e un comodo sistema di tapis roulant ci aiuta a percorrere quei buoni 600 metri.
Un fiume lunghissimo di gente si dirige verso l' entrata dei parchi.Notiamo che circa il 70% dei visitatori va verso il parco Disneyland, quindi noi optiamo per iniziare dal parco Disney Studios.
Passiamo il controllo borse e ci presentiamo al tornello d' entrata con le stampe dei biglietti Francilien.
Siamo dentro, ci procuriamo la mappa in italiano e, senza troppe mete già decise ci perdiamo per il parco, godendoci le varie attrazioni.
Io comprometto le corde vocali urlando come un matto durante il percorso delle montagne russe. La cdv si pente di non aver rinunciato durante il percorso di attesa, con i monitor che ben rappresentano quello che ti sta aspettando...Pranziamo in un selfservice un po' anonimo, dove però vendono delle buffe pizzette e dei dolcetti a forma di topolino.
Non ci perdiamo la parata e sfilata dei personaggi disney (video). C' è anche James P. Sullivan, "Gatto!" di Monsters & CO...il mio preferito. (video)S
empre più in pace con il mondo ci spostiamo verso il parco Disneyland.
Ci gustiamo la parata Once upon a dream e facciamo diverse attrazioni, tra le quali Star Tours, It's a small world, Peter Pan, Pinocchio...
Usciamo dal parco per un pessimo cafè sciacquone e un muffin da Starbucks, al Disney Village, che la cdv aveva puntato la sera prima.Di nuovo rientriamo a Disneyland per goderci la folla lungo la Main Street addobbata a festa per Natale (video), il cui solo ricordo ancora ci emoziona...
Idem per il castello della Bella Addormentata tutto sbrilluccicante (video).
Che magia quel parco!Concludiamo la serata con la parata serale Fantillusion, che ci delude un po', e decidiamo di tornarce via.
Mi faccio convincere che non c' è alcun problema se, alla mia età, mi regalo un pelouche di Minnie...e cedo. Anche in questo momento, mente scrivo, mi siede sorridente davanti.
E' l' ora di prendere la strada verso Parigi, dove ho prenotato l' hotel per i giorni seguenti, quindi prendiamo l' autostrada che in una mezz' ora ci porta alle porte della città.
Il navigatore, avendo impostato l' indirizzo dell' hotel, vorrebbe prendere il sopravvento e farmi passare per la via più breve, ma non sono d'acordo...ormai sono a Parigi e guido io! :-)Arrivati nei pressi di Bercy, infatti, proseguo in direzione Hotel de Ville, poi per rue de Rivoli si arriva a place de la Concorde dove, girato l' angolo, ci ritroviamo all' imbocco della via più bella del mondo, illuminata a festa.
Ormai che ci siamo arriviamo all' Etoile, poi direzione Trocadero per farci salutare dalla torre...
E' finalmente l' ora di andare in hotel, quindi reimposto la navigazione direzione place des Abbesses dove si trova l' hotel Regyn' s Montmartre, recensito qui. Qui pagheremo 80€ a notte, compreso petit dejuner, per una camera al primo piano con vista su place Abbesses.
Lascio la macchina impunemente in divieto per scaricare i bagagli e per un veloce check-in e mi faccio dare l' indirizzo del parcheggio. Seguo le istruzioni, ma senza successo. Scoprirò poi che l' hotel considerava "Parking" una semplice strada con ticket giornaliero, neppure tanto vicina. Per fortuna conoscevo un garage a due blocchi di distanza dove mi sono subito diretto: il Garage Dancourt, nell' omonima via. Non si tratta di un parcheggio normale, ma di un garage dove si lascia la macchina con le chiavi, in quanto per massimizzare gli spazi le mettono in fila per poi spostarle all' occorrenza. La prima sera mi concedono comunque uno stallo riservato e mi consentono di chiuderla portandomi via le chiavi. Mi faccio spiegare gli orari di chiusura, 02.00-05.30 e i costi, sui 20€ a notte, con forfait da 4 notti per 75€: certo non economico, ma d' altra parte sono a Montmartre!
Rientro in hotel, quasi a mezzanotte, e cosa rimane da fare? ...ah già, cenare!
Ormai stanchi per la giornata intensa scegliamo la prima brasserie che incontriamo lungo rue des Abbesses, dove chiediamo qualcosa da mangiare. Un po' increduli, vista l' ora, e un po' quasi imbarazzati per la poca scelta, ci propongono due taglieri con formaggi ed affettati. Accettiamo, e ci gustiamo quei due deliziosi taglieri che ci saziano, insieme a due Guinness a testa, fino alle 2 di notte, mentre iniziano a mettere a posto le sedie dalla terrasse, senza minimamente metterci fretta.
Mentre siamo seduti conto quattro passaggi della Police in pattugliamento: Parigi ci fa sentire al sicuro.
E' ora di rientrare e riposare. Bonne nuit.
Lunedì 14 Dicembre
Alle 10.30 inizia la nostra permanenza parigina.
Raggiungiamo alle 10.50 la sala della prima colazione dove una simpatica cameriera di colore ci accoglie con un'espressione del tipo anvedi questi vengono a fare colazione ora che stavo già facendo le pulizie. Ci mostra la disponibilità di baguette, alcune pastine, pancarrè. Ci chiede se vogliamo qualche bevanda calda e ci porta prosciutto cotto e formaggio. Deliziosamente ci porta come cadeau due yogurt magri: il mio lo cedo.E' una bellissima giornata, con un bellissimo sole, ma fa freschino.
Già la piazzetta dove si trova l' hotel ci offre molte cose da vedere, il mur de je t' aime, il piccolo mercatino di natale, l'entrata della metropolitana, una delle pochissime rimaste opera dell' architetto Guimard, la chiesa di St Jean de Montmartre, tardo '800, uno dei primi esempi di uso del cemento rinforzato a vista. Iniziando a salire per le scalinate di Montmartre ci ritroviamo in place du Tertre e poi di fronte al Sacre Coeur per osservare i venditori di riproduzioni di torre eiffel e le statue umane che sfidano il freddo.
Giriamo liberamente senza una specifica meta per le stradine di Montmartre, passando dal moulin de la galette, poi dal fruttivendolo Colignon del film il favoloso mondo di Amelie Poulain (wiki).
Riscendiamo e ci ritroviamo alla base della butte, la collina di Montmartre e da lì prendiamo la metropolitana, ad Anvers per andare in zona Halles-Beaubourg.
Compriamo una tessera Navigo Decouverte per me e una Paris Visite 2 giorni per lei.
Sul Metrò mi si richiama l' attenzione sulle scarpe di un distintissimo signore brizzolato, sui 50, in giacca e cappotto, faccia da padre di famiglia: nere, lucide, tipicamente ed indubbiamente femminili, con tacco di 5/6 cm. Eccone un esempio giusto per rendere l' idea, ma immaginatele lucide e con tacco maggiore, e indoassate da un uomo. Stentavo a crederci. L' affollamento mi ha impedito di prendere il cell per immortalare la scena ed è il mio più grosso rammarico di quel viaggio. Era surreale, sembrava sceso da un quadro di Magritte: faccia a persona normalissima e scarpe spudoratamente femminili, che abbandonano la mente ai più disorientati pensieri su chi fosse quell' uomo...mah...Si scende a Les Halles, e diamo una veloce occhiata ai negozi del centro commerciale sotterraneo.
In superficie troviamo la chiesa di St. Eustache, e la statua Ecoute.
Poi ci spostiamo in direzione Beaubourg.Troviamo semi ghiacciata la fontana Stavinsky e proseguiamo in direzione Hotel de Ville dove incrociamo la manifestazione dei netturbini.
Si prosegue per Notre Dame, poi si attraversa la Senna, per rue de la Huchette.
Pranziamo al Brioche Doree di st Germain con due baguettoni deliziosi, una tortina per me e due caffè semisciacquoni.
Seconda scena surreale: un tipo a passeggio in pantaloncini corti, in una giornata ultrafredda e ventosa.
Si riparte lungo il boulevard st Michel, fino al Pantheon, la biblioteca st Genevieve e giriamo un po' per le stradine del quartiere degli studenti.Vista la bella giornata di sole si sceglie di approfittarne per salire sulla torre Eiffel, quindi prendiamo il Metro fino a Bir-Hakeim e ci spostiamo a piedi verso la dama di ferro.
Lì scoprirò le doti di regista televisiva della mia c.d.v...ma questo è un altro discorso...
Facciamo un po' di fila al freddo e al vento per acquistare i ticket per il 3° livello.
Faccio preventiva opera di motivazione convincimento e concentrazione sulla c.d.v. prima di affrontare la salita. Mi si chiede soltanto di non proferir parola durante la salita per non condizionare la concentrazione. Obbedisco.Giunti al 2° livello ci sembra giusto riscaldarci un po' con uno sciacquone che prendiamo al triste bar, e ci dedichiamo un po' allo shopping tematico.
La vista ovviamente è spettacolare, sebbene la giornata avesse virato dal sereno verso il coperto con vento forte a tratti fastidioso.
Prima di salire al 3° livello ne approfittiamo per una sosta tecnica, ma l' unica toilette è chiusa per nettoyage. L' attesa si fa prolungata e si forma una certa fila, con tanto di signora italiana sui 55 che superando tutti si mette a spintonare sulla porta di accesso, bussando come per sollecitare. W l' Italia! Ovviamente, dopo aver creato disturbo per 10 minuti signora e famiglia cedono e si allontanano. Dopo due minuti esatti la porta viene aperta. hahaha!Passato il tempo così si è fatto l' imbrunire, quindi di nuovo foto di rito con la diversa luce, e tutto d' un tratto la torre si mette a scintillare! bellissimo!
E' l' ora di salire al 3° livello. Di nuovo concentrazione, e in poco ci si ritrova lassù, a 300 metri d' altezza, con Parigi ai piedi.Rimanere nell' area al riparo dalle vetrate non crea problemi, ma salire sul tetto diventa una cosa per pochi, infatti siamo meno di una decina.
Lassù tira veramente un vento proibitivo, alchè mi dedico in tutta fretta alle foto di rito delle lucine della ville lumière, rimandando alla prossima la degustazione, per 10€, di una coppa di champagne nell' apposito Bar à Champagne, aperto di recente.
Ci mettiamo in fila per l' ascensore della discesa mentre chiedo e mi chiedo se mai Eiffel, in quegli anni, si sarebbe immaginato che la sua costruzione, teoricamente temporanea, sarebbe diventata poi un' icona dell' architettura e ingegneria del ferro di tardo ottocento, il simbolo della città di Parigi, nonchè uno dei monumenti più visitati al mondo... Dal 2° livello prendiamo l' ascensore per il piano terra dove arriviamo in pochi secondi e si passa accanto alla spiegazione dell' affascinantissimo meccanismo idraulico che fa funzionare gli ascensori, che tutti ignorano e del quale si disinteressano.
Ci ritroviamo lì, 300 metri più in basso di dove si era una decina di minuti prima, in mezzo ai comuni mortali.
C' è tempo però per una sosta su una panchina ad ammirarla, illuminata.
Là sotto mi si avvisa di un rischio...ma questo è un altro discorso...Facciamo l' errore di decidere di prendere il Metro al Trocadero, perchè per farlo si passa il ponte sulla Senna, si attraversa il mercato di Natale allestito sui giardini, si sale la scalinata dalla quale si vede la pista di pattinaggio frequentata da pochi coraggiosi...e pur dandole le spalle senti che la torre si sta allontanando, tanto da rientrare facilmente nell' obiettivo dell' iPhone...pensando che, probabilmente, quella sarà l' ultima volta che la si vedrà così da vicina, in quel viaggio...
E' l' ora di una doccia, si torna in hotel, dove continuo a chiedermi quanti siano i dipendenti: all' arrivo la domenica c' era un giovane sui 35, la mattina dopo un 50enne di colore, stasera un 40enne bianco...boh...
Per la cena si sceglie la zona dei grand boulevard.
Visto che siamo andati in là con gli orari, sono oltre le 22 e in diversi locali possono far storie, propongo un evergreen: l' Hard Rock Cafè, che viene ben accettato. Là conosciamo un simpatico cameriere italiano, incuriosito dalla mia insolita e a tratti pacchiana felpa personalizzata www.infoparigi.eu.
Ci concediamo una sana cena rifocillante, e qualche birretta...tanto non si deve guidare.
Rientriamo in Metro in hotel. Bonne nuit.
Martedì 15 Dicembre: giornata culturale.
Dalla sera prima avevamo deciso che questa sarebbe stata la giornata di musei e cultura, e che quindi ci saremmo alzati prima, da bravi turisti seri. Infatti scendiamo a fare colazione alle 10.30, gratificando la signora che orgogliosa ci omaggia dei due yogurt magri. Il mio lo cedo.Si prende il Metro direzione Palais Royal - Musee du Louvre, e si accede alla galleria du Carrousel con i suoi negozi.
Cattura la nostra attenzione la toilette pubblica, minimalista, con tanto di accoglienza con hostess e rotoli di carta igienica esposti. So' francesi 'sti francesi!
Visto che siamo lì, faccio una puntatina all' Apple store, aperto di recente. Foto di rito alla piramide inversèe.
Vedo che alcuni inservienti stanno chiudendo il cancello d' entrata al museo e mi autoconvinco che il motivo sia lo sciopero che in quei giorni è in corso nei musei parigini. Non realizzo che oggi è martedì, il giorno di chiusura del Louvre. Che umiliazione!Risaliamo in superficie e andiamo ad osservare la Piramide, l' Arc du Carrousel e la voie triomphale che da qui parte.
Una donnina cerca di fregarci con il trucco del finto ritrovamento dell' anello d' oro: tutto il mondo è paese.
Siccome il Louvre è chiuso per sciopero, si va all' Orsay dove si arriva in poco tempo passando la Senna, e costeggiandola fino all' ingresso.
Anche stamani fa freddo, ma non tira vento. Troviamo una piccola fila all' entrata per il metal detector, e finalmente siamo dentro al caldo. Lasciamo i soprabiti al guardaroba e siamo pronti, anzi, quasi, perchè visto che la cultura richiede concentrazione decidiamo di fare uno spuntino, con il solito caffè sciacquone.
Il museo è oggetto di grandi lavori di ristrutturazione, e lo sarà fino al marzo 2011: un intero livello è chiuso emolte opere sono state riorganizzate, male, in apposite sale. Inoltre, per pagarsi le spese, il museo ha ceduto in prestito molte opere che lo caratterizzavano ad altri musei, tra le tante il Nuit étoilée sur le Rhone di Van Gogh. approfondimentiCome sempre è meravigliosa la sala di Van Gogh, mentre suscita la stessa reazione il realismo dell' Origine du monde di Courbet...
Troviamo una mostra temporanea sull' art Nouveau, niente di esaltante: mi ci hanno messo anche Dalì...
Un piccolo incidente logistico ci fa anticipare l' uscita dalle sale del museo...ma questo è un altro discorso...
Concludiamo la visita presso la boutique del museo, dove acquistiamo qualche bel libro in tema.
Si rientra in hotel per un riposino e per prepararsi per la serata Parigi by night...
In mattinata avevo chiesto al simpaticone della reception se poteva prenotarmi un tavolo presso un ristorante. Lui, pensando qualcosa del tipo se volevi un concierge non sceglievi un duestelle, mi risponde che non ha il numero. Lo frego perchè ce l' ho io. Chiama, gli dicono che ci sono due turni, 19.30 o 21.30. Ovviam ente opto per le 21.30.
Ho scelto le ciel de Paris, il ristorante al 56° piano della tour Montparnasse, il grattacielo che si trova di fronte alla torre Eiffel. Pirellone per gli amici......ma questo è un altro discorso...
Prendiamo la macchina, e ci facciamo un ampio giro per la città, compreso foto di rito sui Champs Elysèes, poi via in direzione Montparnasse.
Lasciamo l' auto al parcheggio e prendiamo l' ascensore dedicato.Arrivati al 56° ci fanno accomodare al bar in attesa di un tavolo le plus agreable. Chiediamo un Kir, che poi ci portano al tavolo visto che si è reso disponibile. Configuriamo i nostri menu, e ci godiamo la nostra serata chic con la torre al nostro fianco che ogni tanto ci saluta scintillando...
Rientriamo in hotel, dopo qualche gitro per la Parigi by night, prima che chiuda il garage.
Mercoledì 16 Dicembre.
Oggi si gira in macchina.
Forse la signora della colazione ha capito che il prosciutto cotto e il formaggio non ci interessa, visto che nei giorni precedenti lo avevamo sempre lasciato, quindi non ce lo ripropone. Cortese come sempre però ci omaggia dei due yogurt magri. Il mio lo cedo.
Alla reception c' è una signora sui 45 di colore, mai vista prima.Anche oggi bella giornata di sole, e fa meno freddo rispetto ai girni precedenti.
Andiamo al garage a prendere la macchina, e passando per rue Lepic dove c' è il Cafè des deux Moulins, dove lavorava Amelie Poulain, ci facciamo un giretto per le stradine di Montmartre. Ignorando eventuali divieti mi spingo fin sotto la basilica del Sacre Coeur.
Poi andiamo al cimitero, quello di Père Lachaise. No, non per la tomba di Jim Morrison, ma per gli altri personaggi storici che qui riposano.Prendiamo il boulevard peripherique, il raccordo anulare che circonda Parigi e che e definisce, più o meno, i confini. Troviamo un po' di traffico per lavori.
La tipologia di negozi ci fa capire che siamo arrivati: parcheggiamo impunemente senza ticket e ci dirigiamo all' ingresso, dove una mappa ci aiuta ad individuare quello che cerchiamo.Solo perchè è di strada passiamo nei pressi del luogo dove riposa Jim Morrison, la cui tomba, insolitamente "semplice", suscita ironici commenti nella mia c.d.v..
Proseguiamo e ci soffermiamo ad osservare le diversità di tipologie di tombe, nonchè il loro stato di cura e manutenzione.Davanti alla tomba di Oscar Wilde il nostro silenzio e rispettoso raccoglimento viene interrotto dai commenti inopportuni di una coppia di ragazzi toscani che, con tanto di guida PARIGI da italianomedio sotto il braccio, criticano la consolidata tradizione di lasciare il segno del rossetto delle labbra sulle pareti chiare della tomba, come forma di omaggio al personaggio.
Ci allontaniamo a cercare quella di Victor Noir (wiki), giornalista, la cui tomba ha assunto con il tempo una particolarità che cerco di raccontare in questo video.
Riprendiamo la Mafalda, e dopo essere passati dall' avenue Daumesnil con la promenade plantèe, andiamo verso la deliziosa rue Mouffetard, con i suoi deliziosi negozietti. Qui mi si avvisa di cosa significhi petepempetepempetepem...ma questo è un altro discorso...
Pranziamo con un baguettone e sfruttiamo la wifi gratuita per leggere un po' di posta.
Ripresa la macchina, per proseguire con la giornata semi noir, mi si chiede di vedere dove perse la vita Lady D, quindi ci dirigiamo in direzione tunnel de l' Alma, nonostante il traffico che mi viene prontamente segnalato dal navigatore, e lo percorriamo in entrambe le direzioni.
Due video raccontano il profondo raccolgimento che abbiamo tenuto durante la visita a questo insolito luogo. (video anda) e (rianda).Per fortuna un bellissimo tramonto sulla torre Eiffel ci risolleva un po' il morale, mentre ci portiamo verso un' altra tappa d' obbligo: le affollate Galeries Lafayette, con il loro albero di natale.
Saliamo pure sul tetto, per alcune foto di Parigi dall' alto.
Si è fatta l' ora di rientrare in hotel, ci mettiamo un po' perchè l' ora è quella di punta.Fattasi l' ora di cena riprendiamo la macchina direzione Champs Elysèes.
Fa un po' freddo, lo evidenzia anche la c.d.v...ma questo è un altro discorso...
Tra i tanti ristoranti decidiamo di sperimentare, per puro scopo accademico, Pizza Pino. Il locale è affollato e chiassoso quasi come una mensa universitaria, e non dispone di guardaroba o attaccapanni dove appoggiare il cappotto: dovrò usare la sedia. Pizze medie, ma tanto cosa ci si poteva aspettare da un posto cotanto turistico?
Pagato il conto ci perdiamo in dissertazioni sulla necessità o meno, per ognuno di noi, di lasciare una mancia al cameriere, che a mio parere era stato poco cortese. ma questo è un altro discorso...
Prima di riprendere l' auto al caro parcheggio sotterraneo dei champs, la mia c.d.v. mi delizia con uno spontaneo balletto sulle note della musichetta classica diffusa di fronte agli ascensori. Avrei della deliziosa documentazione video da proporre, ma la pubblicazione mi è stata vietata. Peccato.Ci spostiamo di poco, in zona place de la Concorde, e concludiamo la serata al Buddha Bar.
Quando usciamo abbiamo un leggero nevischio.
Rientriamo in hotel. Bonne nuit.
Giovedì 17 dicembre, giorno del rientro.
La sveglia sui cellulari era impostata per le 10.00, come le altre mattine, in tempo per scendere e fare colazione prima delle 11. Come tutte le mattine la luce che filtrava e il mio precisissimo orologio biologico mi facevano svegliare un po' prima del trillo. Non da meno la mattina del 17 dicembre.
Però c' era qualcosa di strano. Come mai non sentivo i rumori della strada che, sebbene attutiti dai doppi vetri, mi avevano fatto compagnia nelle mattine precedenti? Perchè non sentivo gli schiamazzi dei venditori del mercatino di natale della place des Abbesses, che in pratica avevo a 20 metri in linea d' aria?
Si sveglia anche il cervello e mi fa ricordare il nevischio di place de la Concorde della sera prima, e anche le previsioni di "neige sur l' ile de france" ascoltate per sbaglio la sera prima al telegiornale.
Faccio 1+1+1. Stai a vedere che...Apro le tende della finestra e...oh merde! (tipica espressione parigina di sorpresa)
Sono le 9.50, mi rimetto a letto in silenzio, mentre la mente già mi immagina intrappolato sull' autostrada tra Parigi e Lione, in mezzo al niente.
Penso anche che alle 9.00 di venerdì la mia c.d.v. deve entrare a lavoro. Ho le catene da neve, si, ma se qui in città ci sono 10 cm, te l' immagini cosa trovo sul monte bianco?
Avevo pianificato per la mattinata una visita a La Defense, con ripartenza dopo pranzo per arrivare in tarda nottata, ma era il caso di anticipare.
Nel frattempo la sveglia ci sveglia ufficialmente, e come tutte le mattine la c.d.v. si alza per aprire le tende, ed in quel momento odo la stessa espressione di sorpresa che avevo avuto io pochi minuti prima, in versione italiana: "oh c...!".
Bene, ormai eravamo consapevoli che il viaggio di ritorno non sarebbe stato liscio come l' olio come all' andata.
Ci prepariamo, completamndo i bagagli già predisposti la sera prima, e scendiamo per la colazione, dove cerco di avere notizie su quello che era, al momento, il mio incubo peggiore: l' impraticabilità del Monte Bianco, con conseguente necessità di modifica del percorso. Vengo rassicurato.
La signora della colazione, con sommo dispiacere, era stata sostituita dalla collega che il giorno prima era alla reception.
Capisco che ormai è una tradizione dell' hotel offrire orgogliosi per cadeau due yogurt magri. Il mio lo cedo.
Ne approfitto per spiegare che quel gatto dipinto sulla parete della sala, in francese, non si chiama gatò, ma chat.
Procedo al check-out. Il tipo della reception cerca di fregarmi conteggiando 88€ a notte contro i concordati 80: mi dice che è quella la loro tariffa per la camera. Io gli dico che ho un' email con quel prezzo concordato, lui capisce l' errore e che non è il caso di provarci con me così riemette la fattura corretta. Pago e vado a prendere la macchina.
Al garage mi salutano calorosamente, augurandomi buon viaggio, io contraccambio con un a bien tot, perchè se dovrò ritornare in zona con la macchina la farò dormire di nuovo da loro.Percorro le strade di Montmartre per fortuna libere da neve dove passano le ruote e parcheggio, ancora più impunentemente in mezzo alla strada, per caricare i bagagli.
Preso tutto? Si. Ok, si parte.
Imposto la navigazione direzione casa, e la concentrazione nella guida sulla neve non mi fa pensare alla tristezza del momento: stiamo tornando a casa!, ovvero stiamo lasciando Parigi!
Secondo il navigatore, arrivo previsto: 23.38. Si percorrono le strade innevate della città, insolitamente affascinante e si decide, anche se non è proprio di strada, di fare un passaggio sotto la torre Eiffel, per vederla tutta bianca.
Come normale il traffico si fa pesante, infatti soltanto dopo le 12.30 siamo fuori da Parigi.
Dopo un breve tratto di autostrada, l ' autostrada del sole , il navigatore se ne esce poi che, "per motivi di traffico il percorso sarà modificato", e mi ha fatto deviare per il centro abitato di Orly e Evry, con innumerevoli semafori. Ad oggi mi sto chedendo se sia stata una scelta intelligente...!
Alle 14 circa rientriamo sull' A6, ma siamo ancora solo a 100 km da Parigi. Ne mancano un migliaio a casa. Temo ancora per le condizioni del monte bianco, ma ho informazioni rassicuranti in merito.
Ci fermiamo per una merenda: solito baguettone e caffè sciacquone.
Qui casualmente metto le mani nella tasca anteriore della tuta, e avverto la presenza di un solido sottile. Realizzo subito di cosa si tratta ed estraendola mi stampo in faccia l’ espressione tipica di…ops! Era la card magnetica di accesso alla camera. In pratica mi ero portato via la chiave della stanza d’ albergo.
La ricostruzione dei fatti è stata immediata: nella concitazione della partenza esco dall’ hotel per prendere la macchina e mi porto dietro la chiave per poter risalire poi velocemente a prendere i bagagli, ma quando arrivo sotto l’ hotel la c.d.v. è già pronta con il tutto, che carichiamo velocemente. La c.d.v. mi chiede se voglio entrare a salutare il portiere, ma pronunciando la tipica espressione toscana di disinteresse mi allaccio la cintura e si riparte.
Mi ripropongo di rispedire immediatamente per raccomandata la key all’ hotel, una volta a casa.
Mantengo fede all’ impegno, difatti la key da oltre un mese sta all’ interno del mio portafoglio, trasformatasi ormai in souvenir. All’ hotel mi odieranno…ma ormai… Italians! (popporoppoppopoooooohhh)
Si riparte.
Fuori fa freddo. Il problema è che, viaggiando, l' acqua mi si congela in alcune parti del tergicristallo, creando delle zone di non pulizia del vetro, che non rendono sicura la guida. Ci dobbiamo fermare più volte per "scongelarle". Mi si suggerisce giustamente di non spruzzare l' acqua dal lavavetro cercando di pulire il vetro quando è sporco, per evitare che si ricongeli.
Procedo a velocità ridotta, il fondo stradale è innevato ma le vetture che scorrono lasciano la traiettoria delle gomme libera. Sarebbe stato utile avere le gomme termiche come hanno il 95% degli altri veicoli che, infatti, mi superano con no chalance. L' uso delle catene non è consentito in autostrada.
La sitazione di non perfetto controllo mi stressa un po', ma la c.d.v. mi supporta psicologicamente offrendosi, più volte, di darmi il cambio alla guida...ma questo è un altro discorso...
Me la vedo brutta quando, nei pressi si Digione, intorno alle 17.30-18, imboccata l' uscita per un' area di sosta per un nuovo scongelamento del tergicristallo, mi ritrovo in una serie di svincoli completamente innevati e non ancora percorsi da alcun veicolo. Un tir, in lontananza, per fortuna decide di non entrare nella mia corsia, altrimenti hai voglia ad ABS e ESP
Per fortuna compare un furgone che mi fa da strada e mi consente di rientrare agevolmente in autostrada. Grazie furgone!.
Sono le 18.15 circa e siamo in un autogrill per sgranchirci un po' le gambe e prendere qualche ottimo tramezzino per cena.
Nevica ancora, ma la situazione è in netto miglioramento, infatti lasciata l' A6 a Macon, prima di Lione, in direzione Ginevra non abbiamo più la neve, ma solo i mezzi spargisale che mi faranno diventare la macchina salata come una sardina.Alle 21.30 circa abbiamo passato Ginevra, e alle 21.58 imbocchiamo il tunnel del Monte Bianco.
La cosa ganza è che dentro il tunnel fa caldo, sarebbe quasi da fermarsi dentro per riscaldarsi un po': dai -6.5° registrati poco prima dell' imbocco, a 3/4 del tunnel il termometro segna 18.5°! All' uscita, di nuovo -4.5°! Faranno bene queste escursioni termiche così repentine?
Ormai siamo rientrati in patria. Ci fermiamo al primo autogrill nostrano per un caffè italiano, che poi decidiamo di non prendere vista l' ora. Ci mangiamo i nostri gustosi tramezzini francesi mentre due poliziotti della stradale guardano come un ufo il ghiaccio ancora attaccato all' anteriore della mia macchina.
Sono le 23.15 e siamo ad Aosta. Ripartiamo, arrivo previsto alle 03.00. L' autostrada è deserta, fa freddo ma sereno, con tante stelle nel cielo.
La mia compagna di viaggio vede ovunque l' orsa maggiore...ma questo è un altro discorso...
Da ora in poi il viaggio sarà quasi interamente videoripreso...ma questo è un altro discorso...
Riceverò anche delle proposte equivoche...ma questo è un altro discorso...
Intorno a mezzanotte, in zona Vercelli/Alessandria troviamo un po' di nebbia, ma ormai siamo collaudati, le manifestazioni meteorologiche non ci spaventano più.
Come previsto, alle 03.15 circa siamo a casa della mia ottima compagna di viaggio, e finalmente alle 3.45 concedo alla Mafalda, ormai scongelata, il meritato riposo, dopo 2490 km di viaggio.
La promessa, però, è per un nuovo viaggio quanto prima...
M&M